Mantova 17/02/2015
Ill.mo Ministro per le Politiche Agricole
e Forestali
Dott. Martina Maurizio
I
sottoscritti Castellini Renato in qualità di Presidente della Cooperativa
Futuralat con sede in Mantova, via Londra n°7 Porto Mantovano e Pasquali Sperandio
in qualità di presidente del Cospa di Mantova a nome dei propri associati,
espongono quanto segue
Egregio
Ministro Martina,
Quando
lei leggerà questa lettera molto probabilmente saranno già state spedite migliaia
di cartelle esattoriali finalizzate alla riscossione dei prelievi sugli esuberi
delle quote latte e tutto questo su suo preciso mandato. A questo punto
dell’annosa questione quote latte vorremmo innanzitutto sapere come lei intende
il rispetto della legalità e se prima di decidere delle azioni in questo ambito
abbia letto lei personalmente ciò che le hanno fatto firmare. In uno stato di
diritto Legalità vuol dire ciò che conforme alle leggi e vale per tutti, apparato
e cittadini nessuno escluso. Lei sicuramente è in buona fede ma la ventennale
campagna di stampa dell’esistenza di un mondo del latte dove vi sono i buoni e
i cattivi, dove i buoni hanno rispettato le regole e i cattivi le hanno
violate. La facile suddivisione in categorie è stata la sola precondizione per
la richiesta del pagamento delle multe. Le multe devono essere pagate non in
conseguenza di adempimenti di legge ma solo ed esclusivamente perché esistono
migliaia di agricoltori che hanno indebitato i pronipoti con l’acquisto di
quote latte. Questa è la sola architrave reggente tutta l’impalcatura
dell’applicazione italiana del regime quote latte. E noi vorremmo dimostrarle
che non vi sono né buoni né cattivi ne furbi e ne onesti, ma solamente allevatori
tutti riuniti nella sola categoria dei poveri ricattati. La propaganda di
stampa per 10 anni ha celebrato le pesanti condanne di quei rappresentanti di
cooperative macchiatisi di gravissimi reati simili alla strage, ovvero aver
pagato il latte ai soci, ma nasconde sotto il tappeto le complete assoluzioni
perché il fatto non sussiste in Cassazione. Le cartelle esattoriali in arrivo
riguardano un periodo che va dal 1995 al 2009 e relativamente per lo stesso
periodo vi sono documenti comprovanti la mala gestione del Regime quote latte
in Italia. Nel rammentarle che chi
strilla ai quattro venti la necessità di procedere urgentemente sono referenti
di organizzazioni sindacali conniventi e consustanziali con Federconsorzi e
reputate dalla Commissione governativa di indagine sulle quote latte Par. 15.1
lettera A della relazione conclusiva, come fra le principali responsabili della
mala gestione del regime quote latte . Per cui questi personaggi non hanno come
stella polare la corretta gestione dell’agricoltura del paese nell’interesse
degli agricoltori ma piuttosto la tutela di certi gravami passati. Da quella
commissione presieduta dal Generale Lecca ne sono succedute altre certificando
sempre la non corretta applicazione del regime quote latte. Basta leggere cosa
scrive il colonnello Messina ne 2002 :”i quantitativi individuali di
riferimento non sono stati assegnati in maniera legittima “ e tutte volte che
un organo terzo ( carabinieri , guardia di finanza) fa un controllo si ripete
la stessa storia. Nel 2010 Il comando
Carabinieri del Mipaf a seguito di indagini di polizia giudiziaria consegna
informative ai giudici attestanti comportamenti scorretti volti ad alterare il
calcolo della produzione di latte. Oggi vi è un procedimento penale in corso e
la recente costituzione di parte offesa di Agea nel procedimento penale
pendente a Roma dà un che di farsesco a tutta la storia; da una parte lei dà
mandato ad Agea di inviare le cartelle esattoriali ai fini della riscossione
dei prelievi sul latte, dall’altra, la stessa Agea con la sua costituzione in
giudizio come parte offesa, conferma quanto affermato dalle indagini di polizia
giudiziaria in merito al taroccamento dei dati sul numero delle vacche da parte
dei funzionari della stessa Agea. Siamo tutti coscienti della volontà di Agea
di scaricare tutte le colpe sulle spalle di qualche povero incolpevole ex
dipendente cercando di voler far credere che costui abbia agito in totale
autonomia privo di un benché minimo indirizzo da parte dell’agenzia. Si noti
che dopo la relazione del 2009 del Comando Carabinieri del Mipaf la stessa Agea
tramite una sua controllata stipula un contratto di consulenza con lo stesso
soggetto ex dipendente affinché predisponga un controrelazione che smentisca quella
del Comando Carabinieri. Spetterà alla giustizia stabilire se la creazione dal
nulla di 300.000 vacche possa configurarsi o meno come reato penale. Sia chiaro
che indipendentemente da tale valutazione, queste 300.000 vacche, le quali
pascolavano solo nei computer di Agea , sono incontrovertibilmente servite per
giustificare le produzioni di latte dichiarate a Bruxelles, tutelando i
ministri e funzionari responsabili di tali dichiarazioni. Ultimamente ci sono
stati due fatti che meritano un approfondimento, il primo è la risposta
dell’Italia alla UE sulla procedura d’infrazione per la mancata o non corretta
applicazione del regime quote latte. La seconda è la sentenza della corte di
giustizia in merito alla sanzione di 71 milioni di euro comminata all’Italia
per i mancati controlli nell’ambito delle quote latte. Nella
risposta il Dipartimento per le politiche Europee a nome del Presidente del
Consiglio dei Ministri dichiara che tutto è regolare e che è stato fatto
secondo le norme UE, qui possiamo dire con certezza che in questa risposta
l’Italia ha dichiarato il falso in parecchi punti. La demolizione della
risposta alla procedura d’infrazione viene dopo pochi giorni dalla sentenza
della corte di giustizia Europea causa T661/11 dove l’Italia viene condannata a
pagare una sanzione di 71 milioni di euro per mancati controlli nella gestione
del regime quote latte e precisa :[…] Infatti, in un caso come quello
di specie, in mancanza di dati attendibili circa il quantitativo di latte
prodotto, né lo Stato membro, incaricato di riscuotere il prelievo
supplementare, né la Commissione, incaricata di eseguire il bilancio, possono
determinare oggettivamente detto quantitativo. Di conseguenza, non essendo in
condizione di controllare se la quota nazionale consentita sia stata superata,
essi non sono neppure in condizione di valutare se debba essere riscosso un
prelievo supplementare e, se sì, di calcolarlo.[…]
Come può
spedire cartelle esattoriali con provvedimenti giudiziari che non solo mettono
in dubbio ma certificano sentenziando la mala gestione del Regime Quote Latte
in Italia. Se Lei e il Suo Governo
avesse il coraggio di prendere atto di tutto questo, lo Stato italiano
riacquisterebbe una propria dignità e credibilità, che lo porterebbe a chiedere
la restituzione delle ingenti somme trattenuti dall’Unione Europea sui
contributi agricoli.
Confidando nel
Suo autorevole intervento, necessario per restituire alle Istituzioni dello
Stato una credibilità che sembra, agli occhi di noi cittadini, essere
irrimediabilmente compromessa.
La
salutiamo.
Castellini Renato
Pasquali
Sperandio